LA PAZIENZA

Voi avete bisogno di pazienza, affinché, facendo la volontà di Dio, meritiate di conseguire la sua promessa, dice l’Apostolo. Il Salvatore aveva detto: con la pazienza conquisterete la padronanza delle vostre anime. Dominare la propria anima è la massima aspirazione dell’uomo, e il dominio dell’anima è commisurato al livello della pazienza!
Ricordati spesso che Nostro Signore ci ha salvato soffrendo con costanza; è nello stesso modo che noi potremo operare la nostra salvezza, sopportando la sofferenza, le afflizioni, le ingiurie, le contraddizioni, i dispiaceri con la maggior dolcezza che ci sarà possibile. Non limitare la tua pazienza a un genere determinato di ingiurie o di afflizioni, ma estendile a tutte quelle che il Signore ti manderà o permetterà che tu incontri.

Alcuni vogliono sopportare soltanto le tribolazioni che procurano onore, come per esempio: essere feriti in guerra, essere prigionieri di guerra, essere maltrattati a causa della religione, diventare poveri per una lite da cui sono usciti vincitori. Io dico che costoro non amano la tribolazione, ma soltanto l’onore che ne deriva. 
Il vero paziente, ossia chi vuole servire Dio, sopporta con animo uguale le tribolazioni unite al disonore e quelle che danno onore. Se ci disprezzano, ci attaccano e ci accusano i cattivi, per un uomo di coraggio è una vera gioia; ma se quelli che ci attaccano, ci accusano e ci maltrattano, sono gente per bene, amici, i genitori, altri parenti, allora sì che va bene! Ho una stima maggiore per la dolcezza con la quale S. Carlo Borromeo sopportò a lungo gli attacchi che gli sferrava pubblicamente dal pulpito un predicatore di fama, appartenente ad un Ordine rigorosissimo nell’ortodossia, che non per tutti gli altri attacchi sopportati.

MERCOLEDI' DELLE CENERI

Oggi incomincia la Santa Quaresima. La Santa Quaresima ha questo significato: di esercitare la penitenza per prepararci, non solo con delle belle forme liturgiche, a celebrare il mistero della Redenzione nella Passione e Morte del Signore, ma con della realtà morale, opere buone, non soltanto parole o atteggiamenti esteriori. Confesso che quando nella liturgia mi capita di dovere pronunciare questo nome "penitenza" – e in questo tempo capita sempre – io provo una certa difficoltà, perché ho l'impressione che questa parola sia circondata da una sordità pressoché assoluta, che manchi una risposta all'invito essenziale della Quaresima che è penitenza, che la maggior parte di noi non ci pensi affatto. Scusate, io non giudico nessuno, ma così da quel che succede, si dice e pare, credo che tra noi ben pochi siano disposti a fare penitenza, e questo è grave, perché noi finiamo col fare tante belle funzioni con le Ceneri, non parliamo poi quelle della Settimana Santa, ma non ci accostiamo affatto alla Croce di Nostro Signore. Mi domando: perché questo?

Le ragioni sono molte e non possono essere esposte in una breve omelia come stasera. Però c'è una ragione della quale voglio discorrere con voi. La ragione è un equivoco: molti, quando si parla di penitenza, credono che si debba far riferimento ai flagelli, alle catenelle, a tutto quello che strazia la carne, che fa sanguinare, patire, che mette in pericolo d'infezioni. E' un equivoco. Tutto questo certamente è penitenza, e non sarei io che vengo qui a dire che tutto questo non lo è; lo è. Ma attenti, non è l'unica penitenza!

Ce n'è un'altra che può costare anche più di questa, ed è la penitenza spirituale, quella che si fa nell'anima, che gli altri non vedono, che gli altri non lodano, che gli altri non mettono in conto attivo per il nostro onore e per la nostra reputazione.

LETTURA SPIRITUALE

Alla meditazione aggiungiamo un po’ di lettura spirituale; che è come la rugiada, la quale feconda l’anima nostra di santi pensieri, di casti affetti, di ottime risoluzioni. A tal intento sarebbero ottime Le vite dei Santi del Massini; L’imitazione di Gesù Cristo del Gersen; Il Combattimento spirituale dello Scupoli; La pratica di amar Gesù Cristo di Sant’Alfonso; La Filotea di San Francesco di Sales, ecc.

Attendiamo poi specialmente alla preghiera, che è il canale di tutte le grazie. Chi prega, e prega bene, certo si salva; chi non prega, abbandonato a se stesso si perde.

San Vincenzo de’ Paoli diceva: Nulla si può aspettar di buono da quel cristiano che trascura la preghiera all’inizio e alla fine della giornata.

Perciò non manchiamo mai di recitare con devozione le orazioni del mattino e della sera; terminiamo le preghiere della sera con l’esame di coscienza, non andando a dormire col peccato sull’anima, senza almeno pentircene e promettere di confessarci al più presto, perché a nessuno fu promesso il domani.

Al mattino poi ricordiamoci di offrire a Dio tutte le opere e i patimenti della giornata; e procuriamo di rinnovare tale offerta più volte fra il giorno (per il che basta una semplice elevazione della mente a Dio), accompagnandola con fervorose e frequenti giaculatorie; perché se non si sta bene attenti, l’amor proprio cercherà di introdursi nelle nostre opere, lavorando non per il puro amore di Dio e per l’adempimento della sua volontà, ma per contentare il nostro gusto o per altri fini terreni, che guasteranno più o meno le nostre opere anche più belle.

Un santo Religioso prima di metter mano a qualsiasi opera, alzava gli occhi al cielo e si fermava un poco; interrogato su che cosa facesse, rispose: Piglio la mira per assicurare il colpo. E così dobbiamo fare ancora noi; prima di principiare qualche azione, prender bene la mira, dicendo: Signore, faccio questo per piacere a voi.

(Manuale di Filotea)

ELEMENTI DI CATECHESI - 33: CHIESA CATTOLICA ROMANA

Può altra Chiesa, fuori della Cattolica-Romana, essere la Chiesa di Gesù Cristo, o almeno parte di essa?
Nessuna chiesa, fuori della Cattolica-Romana, può essere la Chiesa di Gesù Cristo e nemmeno parte di essa, perché non può averne insieme con quella le singolari distintive qualità – una, santa, cattolica, apostolica – come difatti non le ha nessuna delle altre chiese che si dicono cristiane.

Nella catechesi precedente si è dimostrato che quella romana è l'unica vera Chiesa di Cristo, perché essa sola ha tutte le caratteristiche perfette ed essenziali della Chiesa di Cristo. E' impossibile che le altre chiese, che si dicono cristiane, siano la vera Chiesa di Cristo, o anche soltanto parte di essa, perché sono in contrasto con la Chiesa romana, dalla quale differiscono nella fede, nel governo e spesso anche nel sacrificio e nei sacramenti.

ATTENZIONE:
E' molto diffuso l'errore di ritenere che tutte le religioni siano buone; è un errore pernicioso che bisogna assolutamente combattere! Una sola è la vera Chiesa di Cristo! Non illudiamoci: fuori della Chiesa non troveremo i mezzi di salvezza!


Perché Gesù Cristo istituì la Chiesa?
Gesù Cristo istituì la Chiesa perché tutti gli uomini trovassero in essa la guida sicura e i mezzi di santità e di salute eterna.

Il Figlio di Dio si fece uomo per salvare tutti gli uomini con il suo magistero ostensivo, perfettivo e salvifico. Per questo rivelò e insegnò le verità necessarie in cui credere; completò e perfezionò la legge antica; diede i mezzi di grazia necessari per credere e praticare la legge di Dio; infine, per cancellare il peccato e meritare la grazia perduta, sacrificò Se stesso soffrendo e morendo sulla croce.

2 FEBBRAIO – LA PURIFICAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

La festa della Purificazione chiude il Ciclo santorale del Tempo dopo l'Epifania. E' una delle più antiche solennità della Vergine, ed occupava a Roma, nel VII secolo, il secondo posto dopo l'Assunta. Questa festa si celebra il 2 febbraio perché, volendo sottomettersi alla legge mosaica, Maria doveva andare a Gerusalemme 40 giorni dopo la nascita di Gesù (25 dicembre – 2 febbraio) per offrirvi il sacrificio prescritto: un agnello o, se i loro mezzi non permettevano, due tortorelle o due colombi. La processione della Candelora ricorda il viaggio di Maria e Giuseppe da Betlemme al Tempio, al fine di presentarvi “l'Angelo del testamento”, come aveva predetto Malachia.
La Purificazione, alla quale la Madre del Salvatore non era obbligata, perché Ella partorì in modo straordinario, passa in secondo piano nella liturgia ed è la Presentazione di Gesù che forma l'oggetto principale di questa festa.

Leggiamo, dagli scritti di Maria Valtorta, la descrizione della Presentazione al Tempio, e in seguito la spiegazione di Gesù.

“Accorre un sacerdote. Maria offre i due poveri colombi ed io, che capisco la loro sorte, volgo altrove lo sguardo. Mi pare però di vedere, con la coda dell'occhio, che il sacerdote asperga Maria con dell'acqua. Deve essere acqua, perché non vedo macchie sul suo abito. Poi Maria, che insieme ai colombini aveva dato un mucchietto di monete al sacerdote, entra con Giuseppe nel Tempio vero e proprio, accompagnata dal sacerdote. Maria offre il Bambino – che si è svegliato e gira i suoi occhi innocenti intorno, con lo sguardo stupito degli infanti di pochi giorni – al sacerdote. Questo lo prende sulle braccia e lo solleva a braccia tese, volto verso il Tempio, stando contro a quella specie di altare che sta su quei gradini. Il rito è compiuto. Il Bambino viene restituito alla Madre e il sacerdote se ne va.

CONTRO IL MODERNISMO - 7: I GERMOGLI DELLA FEDE. SEGUITO DELL'ESPOSIZIONE DELLA FILOSOFIA RELIGIOSA (parte seconda)

Per i modernisti, la Chiesa e lo Stato devono essere due istituzioni dissociate, che operano l'una per un fine spirituale, l'altro per un fine temporale. Nel passato, però, la Chiesa aveva l'autorità temporale che oggi i modernisti non le riconoscono più: essi affermano che un tempo si riteneva che la Chiesa fosse stata istituita direttamente da Dio, come autore dell'ordine soprannaturale, mentre oggi queste credenze sono respinte dai filosofi e dagli storici. C'è di più. Per il modernista, il cattolico deve dissociarsi dal cittadino, nel senso che, in quanto cittadino, il cattolico avrebbe il diritto e dovere di non curarsi dell'autorità, dei desideri, dei consigli e dei comandi della Chiesa, e di fare quello che lui giudicherà utile per il bene della patria. La Chiesa non può nemmeno prescrivere al cittadino una linea di condotta, poiché altrimenti sarebbe un abuso di potere in un campo che non le compete.

Queste teorie, sono già state condannate dal Sommo Pontefice Pio VI nel 28 agosto 1794, nella Costituzione apostolica Auctorem fidei.

[I modernisti non si accontentano certo del fatto che lo Stato si separi dalla Chiesa...] E infatti, secondo i modernisti la Chiesa, nelle cose temporali, deve sottostare allo Stato, proprio come la fede deve sottostare alla scienza. Tale asserzione è chiaramente deducibile per logico raziocinio.