RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 17/CANONI SUI SANTISSIMI SACRAMENTI DELLA PENITENZA E DELL’ESTREMA UNZIONE

CANONI SUL SANTISSIMO SACRAMENTO DELLA PENITENZA

1. Se qualcuno dirà che nella chiesa cattolica la penitenza non è un vero e proprio sacramento istituito dal Signore Nostro Gesù Cristo, per riconciliare i fedeli con Dio, ogni volta che cadono nei peccati dopo il battesimo, sia anatema.

2. Se qualcuno, confondendo i sacramenti, dirà che il sacramento della penitenza è lo stesso battesimo, quasi che questi due sacramenti non siano distinti e che perciò la penitenza non può essere chiamata la seconda tavola di salvezza, sia anatema.

3. Se qualcuno dirà che le parole del Salvatore: Ricevete lo Spirito santo: saranno rimessi i peccati di quelli, cui li rimetterete e ritenuti a quelli cui li riterrete (288) non devono intendersi del potere di rimettere e di ritenere i peccati nel sacramento della penitenza, come sempre, fin dall’inizio, ha interpretato la chiesa cattolica, e per contraddire l’istituzione di questo sacramento, ne falsa il significato come se si trattasse del potere di predicare il vangelo, sia anatema.

4. Se qualcuno negherà che per la remissione completa e perfetta dei peccati si richiedano, nel penitente, come materia del sacramento della penitenza, questi tre atti: la contrizione, la confessione e la soddisfazione, che sono le tre parti della penitenza o dirà che due sole sono le parti della penitenza, e cioè: i terrori indotti alla coscienza dalla conoscenza del peccato e la fede, concepita attraverso il vangelo o l’assoluzione, per cui ciascuno crede che gli sono rimessi i peccati per mezzo del Cristo, sia anatema.

VITA DEI SANTI

1 - SAN TOMMASO D'AQUINO

2 - SANTA BERNADETTE SOUBIROU

3 - SANT'ANTONIO DA PADOVA

4 - SANTA BRIGIDA

5 - SAN MASSIMILIANO KOLBE

6 - SANT'OMOBONO

7 - SAN PIO X (prima parte)

8 - SAN PIO X (seconda parte) 

9 - SANTA SCOLASTICA

10 - SANTA GIOVANNA D'ARCO

11 - SAN LUIGI GOZAGA

12 - SANT'IGNAZIO DI LOYOLA

13 - SANT'ALFONSO MARIA DE' LIGUORI  

14 - IL RACCONTO DEL MARTIRIO DI SANTA PERPETUA 

15 - SAN PIETRO APOSTOLO 

16 - SANTA LUCIA DA SIRACUSA 

17 - GLI EVANGELISTI

18 - LETTURA DEL LIBRO DI GIUDITTA

19 - SAN BONAVENTURA: I PRODIGI DELLA NOTTE DI NATALE

CONTRO IL MODERNISMO

1 - GRAVITA’ DEL MALE DEL MODERNISMO E NECESSITA’ DI RIMEDIARVI

2 - LA FILOSOFIA RELIGIOSA DEI MODERNISTI (parte prima)

3 - LA FILOSOFIA RELIGIOSA DEI MODERNISTI (parte seconda)

4 - IL MODERNISTA CREDENTE

5 - IL MODERNISTA TEOLOGO

6 - I GERMOGLI DELLA FEDE. SEGUITO DELL'ESPOSIZIONE DELLA FILOSOFIA RELIGIOSA (parte prima)

7 - I GERMOGLI DELLA FEDE. SEGUITO DELL'ESPOSIZIONE DELLA FILOSOFIA RELIGIOSA (parte seconda)

RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 16/DOTTRINA DEL SACRAMENTO DELL'ESTREMA UNZIONE

È sembrato bene, poi, al santo sinodo aggiungere alla precedente dottrina sulla penitenza ciò che segue sul sacramento dell’estrema unzione, considerato dai padri come il perfezionamento e della penitenza e di tutta la vita cristiana, che dev’essere una perpetua penitenza.

Come prima cosa, quindi, per quanto riguarda la sua istituzione, il concilio dichiara e insegna che il nostro clementissimo Redentore - il quale volle che fosse sempre provveduto ai suoi servi con rimedi salutari contro tutti gli assalti di tutti i nemici - come ha disposto gli aiuti più efficaci negli altri sacramenti con cui i cristiani, mentre vivono possano garantirsi contro i più gravi mali spirituali, così col sacramento dell’estrema unzione ha voluto munire la fine della vita con una fortissima difesa. Quantunque, infatti, il nostro avversario cerchi ed afferri ogni occasione per divorare le nostre anime in qualsiasi modo in tutta la vita (282), non vi è tempo, però, in cui egli impieghi tutta la sua astuzia per perderci completamente e allontanarci anche, se possibile, dalla fiducia nella divina misericordia, con maggior veemenza, di quando egli vede che è imminente la fine della vita.

ELEMENTI DI CATECHESI - 19: ORIGINE E CADUTA DELL’UOMO (seconda parte)

Com’è libero l’uomo?
L’uomo è libero in quanto può fare una cosa o non farla, o farne una piuttosto che un’altra, come sentiamo bene in noi stessi.

A un giovane che domandava cosa dovesse fare per entrare nella vita eterna, Gesù rispose: Se vuoi entrare nella vita eterna, osserva i comandamenti... Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che hai, dallo ai poveri... poi vieni, seguimi. (Mt 19, 16-26).
Gesù gli dice: “Se vuoi...”. Il giovane infatti con la sua libera volontà poteva osservare i divini comandamenti o non osservarli; praticare il consiglio di Gesù distaccandosi da tutto o non praticarlo.
Quando il giovane disse che aveva sempre osservato i Comandamenti, indicò il buon uso che fino ad allora aveva fatto della sua libertà; trascurando il consiglio di lasciare tutto per unirsi in modo perfetto al Maestro dimostrò ancora di essere libero, rifiutando di fare una cosa migliore.

La libertà è una dote o capacità della nostra volontà, per cui possiamo volere una cosa o non volerla, senza che nessuna forza interna o esterna possa piegarci a volere il contrario.

Noi abbiamo la chiara coscienza di essere padroni dei nostri atti. Sentiamo che quello che stiamo facendo lo facciamo di nostra spontanea volontà, e che se altri tentassero di indurci a fare altro, potremmo rifiutarci. Anche se ci forzassero materialmente, resterebbe comunque la libertà del nostro volere, e nessuna forza al mondo può far sì che noi vogliamo o non vogliamo quello che è contrario alla nostra volontà.
Grazie a questa libertà possiamo fare il male o il bene, non fare l’una o l’altra cosa. Per via della libertà noi siamo responsabili dei nostri atti.

SANTA BRIGIDA, ORA PRO NOBIS

Aforisma

L'uomo non deve fare nulla per acquistare gli onori né per essere lodato dai suoi simili: spinto dall'amore, deve agire per avere una ricompensa.”

La vita

Brigida, prima di tre figli, nacque nel 1303 nel castello di Finsta da genitori cattolici di stirpe regale in un ambiente di cultura e di pietà. Fin da subito fu chiara la singolarità di Brigida, infatti, per merito suo, la madre si salvò da un naufragio, mentre era incinta di lei di ritorno da un pellegrinaggio.
Inoltre, benché fosse rimasta muta per un certo periodo, Brigida iniziò a parlare molto meglio dei suoi coetanei. O ancora, a 7 anni ebbe una visione delle Madonna e a 10 un colloquio con Gesù in croce. Di lì a poco morì la madre e fu mandata per qualche anno a completare la sua educazione ad Aspanäs dalla zia Karin, il castello della quale era circondato da folti boschi e da un lago dalle sponde dirupate e selvagge.

Anche in questo periodo non mancarono i fenomeni mistici, come un difficilissimo lavoro di ricamo realizzato con l'aiuto della Madonna o la vista del demonio sotto forma di mostro dai cento piedi e dalle cento mani.
Quattordicenne, accettò per sola obbedienza al padre, di sposare il nobile giovane Ulf Gudmarsson e dal loro matrimonio nacquero otto figli, quattro maschi e quattro femmine, fra cui quella che divenne Santa Caterina di Svezia. Col marito condivise felicemente per 28 anni una vita di preghiera, penitenza (portava il cilicio, faceva digiuni) e di opere di carità, aiutando le giovani traviate, quelle bisognose di dote e di formazione in vista del matrimonio.