RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 10/CANONI SUL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

1. Se qualcuno afferma che la confermazione dei battezzati è una vana cerimonia (185), e non, invece, un vero e proprio sacramento o che un tempo non è stata altro che un tipo di catechesi, per cui quelli che si avvicinavano all’adolescenza rendevano conto della propria fede dinanzi alla chiesa: sia anatema.

2. Se qualcuno afferma che ingiuriano lo Spirito santo quelli che attribuiscono una certa efficacia al crisma della confermazione: sia anatema.

3. Se qualcuno afferma che il ministro ordinario della confermazione non è solo il vescovo (186) ma qualsiasi semplice sacerdote: sia anatema.


Decreto secondo: La riforma [...] omissis

SESSIONE VIII (11 marzo 1547) omissis
SESSIONE IX (21 aprile 1547) omissis
SESSIONE X (2 giugno 1547)  omissis
SESSIONE XI (10 maggio 1551) omissis
SESSIONE XII (10 settembre 1551) omissis
 

Note 
 

185. Cfr. Concilio Arausicano, I (441), c. 2 (Msi 6, 435).
186. Cfr. Concilio fiorentino (v. sopra)

E' RISORTO!

Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria di Giacomo e Salome comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù.
Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole.

Esse dicevano tra loro: “Chi ci rotolerà via il masso dall’ingresso del sepolcro?”.
Ma, guardando, videro che il masso era già stato rotolato via, benché fosse molto grande.

Entrando nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura.

Ma egli disse loro: “Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto.
Ora andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto
”.

(Mc 16, 1-7)

ELEMENTI DI CATECHESI - 14: TRINITA' DI DIO

Che significa Trinità di Dio?
Trinità di Dio significa che in Dio sono tre Persone uguali, realmente distinte: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Prima di ascendere al cielo Gesù disse agli apostoli: “A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate, dunque, e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28, 19-20) . Il mistero della Santissima Trinità fu rivelato chiaramente solo da Nostro Signore Gesù Cristo. Nell’Antico Testamento non fu che adombrato, per esempio nelle parole dette da Dio quando decretò la creazione dell’uomo: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza” (Gn 1, 24-28).

Che significa tre Persone realmente distinte?
Tre Persone realmente distinte significa che in Dio una Persona non è l’altra, pur essendo tutte e tre un Dio solo.
 
Anche tra gli uomini le persone sono realmente distinte una dall’altra, e ciascuna di esse sente, pensa, è cosciente e libero, pur avendo tutte la stessa natura umana composta di anima e corpo.
La natura, che è nei singoli individui, è una sola - come specie umana - e numericamente molteplice negli individui.
Invece in Dio la natura divina è numericamente unica, e le persone sono numericamente tre, distinte l’una dall’altra, ma non separate. La natura è unica, le persone sono realmente distinte, e tutte e tre sono un Dio solo, unico nella natura e trino nelle persone.

A SAN GIUSEPPE, NOSTRO PROTETTORE

A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa.
Deh! Per quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno, la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto soccorri ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del bambino Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso possiamo virtuosamente vivere, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Amen.


Questa preghiera fu apposta da Leone XIII in calce all’enciclica Quamquam pluries del 15 agosto 1889. La devozione a san Giuseppe, già dichiarato patrono della Chiesa universale dal beato Pio IX l’8 dicembre 1870, fu particolarmente sostenuta da Leone XIII che, eletto papa il 20 febbraio 1878, mise fin dall’inizio il suo pontificato «sotto la potentissima protezione di san Giuseppe, celeste patrono della Chiesa» (allocuzione ai cardinali del 28 marzo 1878).

LA SETTIMANA DI PASSIONE

Dalla Domenica della Passione in poi, le Statue e le Croci della Chiesa sono coperte, affinché possiamo meditare dentro di noi, in modo più intimo, la Passione del Signore. Per aiutarci in questo lavoro in modo salutare voglio meditare oggi, brevemente, l'Agonia del Signore nell'orto del Getzemani.

Là Egli soffriva la Passione, che era davanti ai Suoi occhi dal momento del Suo Concepimento sino alla Sua morte, nel modo più forte e più intenso. Getzemani significa etimologicamente "frantoio di olive" (get-shemen) e spiritualmente significa il luogo dove il Suo Preziosissimo Sangue esce da Lui mediante la Sua mortale agonia, come olio con cui siamo rifatti, unti e nutriti come accenna la Parola nel Cantico dei Cantici "oleum effussum nomen tuum" (1,1).

"Coepit contristari et maestus esse/cominciò a provare tristezza e angoscia" (XXVI, 37), scrive San Matteo; la tristezza è l'emozione che si sente davanti ad un male che non si può fuggire, questo male era quintuplice:

1. La visione della Sua Passione e della Sua morte, i singoli tormenti, le flagellazioni, gli obbrobri, schiaffi, derisioni, blasfemie, la Croce e la morte in tutta la sua estensione, profondità ed acerbità che Lo fece gemere, tremare, languire, impallidire, indebolire, gettarsi per terra e sudare sangue. E questo per espiare il compiacimento del peccato di Adamo in quell'altro orto di Eden, e di tutti gli altri peccatori.

RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 9/CANONI SUL SACRAMENTO DEL BATTESIMO

1. Se qualcuno afferma che il battesimo di Giovanni aveva la stessa efficacia del battesimo del Cristo (178) sia anatema.

2. Se qualcuno afferma che la vera acqua naturale non è necessaria per il battesimo (179) e darà, quindi, un significato metaforico alle parole del signore nostro Gesù Cristo: chi non rinascerà per l’acqua e lo Spirito santo (180): sia anatema.

3. Se qualcuno afferma che nella chiesa romana (che è madre e maestra di tutte le chiese) non vi è la vera dottrina del battesimo (181): sia anatema.

4. Se qualcuno afferma che il battesimo anche se amministrato dagli eretici nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, con l’intenzione di fare quello che fa la chiesa, non è un vero battesimo (182): sia anatema.

5. Se qualcuno afferma che il battesimo è libero, cioè non necessario alla salvezza (183): sia anatema.

6. Se qualcuno afferma che il battezzato, anche se lo volesse, per quanto pecchi, non può perdere la grazia, a meno che non voglia credere: sia anatema.

7. Se qualcuno afferma che quelli che vengono battezzati in forza dello stesso battesimo sono obbligati solo a credere e non ad osservare tutta la legge del Cristo: sia anatema.

RILEGGIAMO IL CONCILIO DI TRENTO - 8/I SACRAMENTI

SESSIONE VII (3 marzo 1547)
Primo decreto: I sacramenti

Introduzione

A completamento della salutare dottrina della giustificazione, promulgata nella precedente sessione col consenso unanime di tutti i padri, è sembrato naturale trattare dei santissimi sacramenti della chiesa, attraverso i quali qualsiasi vera giustizia ha inizio o viene aumentata, se già iniziata, o è recuperata, se perduta.

Perciò il sacrosanto concilio tridentino generale ed ecumenico legittimamente riunito nello Spirito santo, sotto la presidenza degli stessi legati della sede apostolica, per eliminare gli errori ed estirpare le eresie che in questa nostra età o sono state riesumate, contro gli stessi santissimi sacramenti, da eresie già condannate a suo tempo dai nostri padri, o sono state inventate de novo, le quali sono in contrasto con la purezza della chiesa cattolica e nuocciono grandemente alla salvezza delle anime, attenendosi alla dottrina delle sacre scritture, alle tradizioni apostoliche e all’unanime pensiero degli altri concili e dei padri (172), ha creduto bene di stabilire e di proporre i presenti canoni, ripromettendosi di pubblicare in seguito (con l’aiuto dello Spirito santo) gli altri che mancano al completamento dell’esposizione iniziata.

CHE COS'E' LA TRADIZIONE?

Ma cos’è dunque questa Tradizione, punto di riferimento a cui si è così attaccati fino ad opporsi alle più alte autorità della Chiesa?

Essa si può definire come l’insegnamento di Gesù Cristo e degli apostoli fatto a viva voce e trasmesso dalla Chiesa fino a noi senza nessuna alterazione(1). Gesù ha predicato senza scrivere nulla di sua mano e gli apostoli hanno trasmesso di viva voce il suo insegnamento. Unicamente qualche anno dopo l’Ascensione di Gesù hanno scritti i Vangeli, come un riassunto della loro predicazione(2).
Ne risulta che la Tradizione è una fonte della Rivelazione. Essa precede la Sacra Scrittura e ne è all’origine. Gli scrittori sacri, strumenti umani ispirati da Dio, attingono le loro conoscenze da ciò che hanno essi stessi ascoltato da Gesù o dagli apostoli. 
San Luca comincia così il suo Vangelo: «Poiché molti hanno intrapreso ad esporre ordinatamente la narrazione delle cose che si sono verificate in mezzo a noi, come ce le hanno trasmesse coloro che da principio ne furono testimoni oculari e ministri della parola, è parso bene anche a me, dopo aver indagato ogni cosa accuratamente fin dall’inizio, di scrivertene per ordine, eccellentissimo Teofilo, affinché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate»(3). Gli eventi che si sono verificati e di cui San Luca si accinge a scrivere, sono stati prima trasmessi a viva voce da «testimoni oculari e ministri della parola».

La Tradizione è quindi anteriore alla Sacra Scrittura e il suo campo è più vasto. Gesù rimase quaranta giorni con i suoi apostoli, dopo la resurrezione, per parlare con loro «delle cose riguardanti il regno di Dio»(4). San Giovanni termina il suo Vangelo con delle parole molto chiare che indicano che i Vangeli non sono che un riassunto della Rivelazione cristiana: «Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù fece, che se fossero scritte ad una ad una, io penso che non basterebbe il mondo intero a contenere i libri che si potrebbero scrivere»(5).