SAN PIO X, ORA PRO NOBIS

L’arcivescovo si trasferisce a Venezia, dove è accolto con tanto entusiasmo. I suoi primi atti sono manifestazioni di deferenza verso Venezia e i suoi costruttori. Fa visita alle autorità, pur sapendo che la maggior parte gli è ostile, e ai membri del governo con grande delicatezza.
Come al solito, vuole conoscere i preti, per i quali istituisce conferenze scientifiche dove si possono perfezionare nelle conoscenze umane, veglia sull’insegnamento del catechismo, convoca i sinodi e riorganizza i seminari.

Il Cardinale trova che ci sia poca devozione verso l’Eucaristia, così chiede che il V congresso eucaristico nazionale italiano venga fatto a Venezia. È una festa stupenda, con gli abitanti sulle gondole nel Canal Grande e in testa c’è il Cardinale che tiene alto il Santissimo; oltre alle grandi feste, va anche a visitare i carcerati e distribuisce la Comunione ad alcuni di essi.
A Venezia viene chiamato il Cardinale dei poveri. La sua generosità è sempre grande, dà a tutti senza rimanere indifferente verso nessuno. Si preoccupa anche degli operai, le cui situazioni spesso erano miserevoli e li aiuta con tutto se stesso.

Oltretutto, sviluppa gruppi parrocchiali di uomini e giovani per la votazione dei veri cristiani, che ha una rilevanza importante anche verso i comuni, i quali reintrodurranno il catechismo nelle scuole.
All’inizio del ventesimo secolo, si chiede al Cardinale di benedire la Madonna del Monte Grappa, a 1784 metri di altezza, e nonostante egli non sia abituato alla montagna, va a compiere il santo uffizio in groppa ad una multa bianca, seguito da tantissimi pellegrini con tanto di torce accese. Due anni dopo, il 20 luglio 1903 muore Papa Leone XIII e i Cardinali vengono chiamati per il conclave. Naturalmente anche il Cardinal Sarto parte per Roma, ma è così sicuro di tornare a Venezia che lascia il suo tavolo di lavoro pieno di carte e corrispondenze. Anche al suo segretario, che si adopera a preparare le valigie, dice sorridendo: “Perché portare tante cose? Un viaggio a Roma non è una partenza per l’America!”.

A Roma il Cardinale alloggia nel seminario lombardo e si diverte a confondersi gioiosamente con i seminaristi. Intanto, si svolgono riunioni tra i Cardinali; a lui capita di incontrare il cardinale Lecot, arcivescovo di Bordeaux, il quale, vedendo che il Cardinale Sarto non sa il francese, gli dice “ Voi sicuramente non sarete Papa, per esserlo bisogna conoscere la nostra lingua!” Sorridendo, il Cardinal Sarto risponde : “Sia ringraziato Dio!”.
Il venerdì 31 luglio, il conclave inizia. Ci sono 62 cardinali, quindi per essere eletto Papa occorrono almeno 42 voti. Dopo aver pregato e richiamato i Cardinali a fare la scelta per il bene della Chiesa, iniziano gli scrutini. Il Cardinale Sarto ottiene subito prima cinque, poi dieci voti. Ma non se ne preoccupa, tanto nessuno lo conosce. Ma la sera dopo ottiene 24 voti. “Io sono incapace, dimenticatemi!” protesta, ma più è contrario, più la sua umiltà attira simpatia nei suoi confronti. Ma per eleggerlo bisogna assicurarsi il suo consenso. Il segretario del conclave, mons. Merry del Val, ha l’incarico di parlargli di proposito. Lo trova piangente, prostrato, davanti all’altare della cappella. Il Cardinale ripete il suo rifiuto: egli non è né degno né capace. Altri allora gli vanno incontro e insistono, allora il Cardinale mormora: “Sia fatta la volontà di Dio e la vostra”. I voti aumentano, finché ne ottiene 50. Alla domanda del decano “Accettate?” risponde: “Accetto come una croce”; “ Quale nome sceglierete?”, “Sarà Pio, come coloro che hanno tanto sofferto”.

Allora i baldacchini di tutti i Cardinali si abbassano, salvo quella di Pio X che subito rivestito della talare bianca, si reca a benedire la folla radunata in piazza San Pietro e si ritira dalle acclamazioni.
Il pesante compito del nuovo Papa inizia. È prevista un’udienza del corpo diplomatico, dopodiché vanno a trovarlo anche gli amici e i suoi fratelli.

L’incoronazione del pontefice è fissata al 9 agosto nella basilica di San Pietro.
I nuovi onori che lo circondano non gli fanno perdere la sua umiltà. Gli è difficile abituarsi e all’inizio del suo pontificato chiede di non essere portato sulla “sedia”. Tuttavia la tradizione è quella, quindi si rassegna. Lo stesso vale per l’appartamento, non lo vuole troppo bello, né vuole che ci siano le guardie a sorvegliarlo. La notte le rimanda tutte a letto.

Pio X tratta i visitatori come amici. Rialza coloro che sono impacciati nella genuflessione… e un giorno gli capita di dare un aiuto un po’ particolare. Un vescovo francese, finita l’udienza, gli chiede di benedire alcuni oggetti, ma un movimento brusco rovescia il pacchetto per terra. Ed ecco che il Papa aiuta il monsignore a raccogliere tutto.
Pio X non sopporta la solitudine, vuole che a tavola ci siano ospiti, chiunque essi siano. Egli passeggia ogni giorno nei giardini del Vaticano, dove si ferma alla grotta di Lourdes per dire il Rosario.

Il Papa erige un’enciclica nella quale c’è l'essenziale del suo pensiero. La sua azione sarà, come dice San Paolo “Tutto instaurare in Cristo.” Sia augura anche che tutti gli Stati riconoscano i diritti di Dio e della Chiesa. Su questo riceverà molte pene, soprattutto da parte della Francia. Infatti, già da quando salì sul trono di Pietro, la Francia ha chiuso molte congregazioni religiose e scuole. Con dolcezza, Pio X cerca di evitare una rottura, ma alla fine la Francia chiude tutti i rapporti diplomatici con la Santa Sede, il che dà un dispiacere grandissimo al Papa, perché amava la Francia con tutto il cuore siccome è la figlia primogenita della Chiesa.
Poi, il parlamento francese vuole separare la Chiesa dallo Stato: i preti non sono più pagati dal governo e i beni della Chiesa devono essere trasferiti ad associazioni governative.

Così, nel 1906, i beni della Chiesa sono confiscati: vescovadi, parrocchie, tutto è venduto. La Chiesa è diventata poverissima e a questo proposito Pio X dice: “Ho voluto, non i beni, ma il benessere della Chiesa di Francia.”: Pio X ha preferito la libertà della Chiesa dallo Stato piuttosto che la sicurezza materiale. Troppo tardi il ministro francese riconoscerà questa cosa: “Egli lavorava per l’avvenire”. I preti dovranno vivere adesso con le offerte generose dei fedeli: questa è l’origine del “denaro del culto” che ogni anno, in Francia, viene offerto al parroco.
Pio X è chiamato il Papa dell’Eucarestia: egli insiste molto sull’importanza della Comunione affinché nei cuori aumenti l’amore per Gesù.

Così Pio X dice ai cattolici di comunicarsi spesso, anche tutti i giorni possibilmente. Per i bambini, il Papa decide che potranno accostarsi al Sacramento non appena sapranno distinguere l’Eucarestia dal pane ordinario. La gioia dei fanciulli è grande nel poter ricevere Gesù così presto. Molti scrivono al Papa per ringraziarlo, altri fanno ancora meglio: organizzano un pellegrinaggio a Roma per vederlo e ringraziarlo. Quale gioia per loro ricevere direttamente dal Santo Padre la Comunione! E con quale attenzione ascoltano le sue parole: “Per mezzo della Comunione voi diventate piccoli Apostoli di Gesù Cristo.”
Ecco che ha inizio una nuova Crociata Eucaristica, che realizza il desiderio del Papa: i piccoli crociati vivono pienamente il loro motto, “prega, comunicati, sacrificati, sii apostolo”. Questa rappresenta la migliore milizia dell’Azione Cattolica, che esiste ancora oggi.

Ma l’Eucarestia non è soltanto la Comunione, è anche la Messa e il Papa vuole che sia ben partecipata, in modo particolare chiede di dire nel momento della consacrazione le parole dell’apostolo Tommaso “Mio Signore e Mio Dio” che rappresentano un atto di adorazione e di amore verso Gesù-Eucarestia.
Un elemento che aiuta alla concentrazione è senza dubbio la musica sacra, che fino a quel tempo diventava quasi un’esibizione concertistica che distraeva il fedele anziché aiutarlo nella preghiera. Come soluzione il Papa vuole canti di musica veramente sacra, come quella che si canta nelle abbazie benedettine o dai monaci.

Sorge un’altra preoccupazione: la difesa della fede contro l’eresia. Stava sorgendo infatti un gruppo di cattolici comprendenti anche preti che volevano cambiare la dottrina: trovano che questa non è più di “moda”, la Chiesa deve adeguarsi all’epoca in cui vive, deve seguire i successi della scienza e applicarli alla dottrina. Questa eresia si chiama “modernismo”. Ma purtroppo questo errore attrae molte persone.
Il Papa risponde con fermezza con l’enciclica del 1907, “Pascendi”, in cui ricorda chiaramente che la fede si appoggia sulla Parola di Dio che ci viene trasmessa dalla Chiesa di Gesù Cristo. La Lettera fa impressione: per molti è una chiara luce sulle incertezze, altri esitano, altri ancora rifiutano la Verità. Pio X ne è terribilmente dispiaciuto e prega affinché quelle anime riconoscano il proprio sbaglio.

In questa confusione il Papa vuole dei sacerdoti ben preparati e con una dottrina sicura. Fa revisionare i seminari in modo da avere professori veramente competenti e santi. Inoltre si adopera per gli istituti cattolici e fonda a Roma un collegio specializzato nello studio della Bibbia.
Pio X lavora a lungo alla redazione della sua “Estrazione al clero”, con la quale vuole richiamare i preti sull’importanza del loro ministero e pone come modello il Santo Curato d’Ars, nominato da lui stesso patrono dei sacerdoti.

Punta molto sulla preghiera e sull’insegnamento del catechismo, scrivendone uno da diffondere in tutta Italia, semplice, chiaro, preciso: Il Catechismo di S.Pio X.
Il Papa è particolarmente favorevole a tutti coloro che vogliono migliorare la situazione degli operai e appoggia un gruppo di giovani francesi di nome “Sillon”, che vuole diffondere il vigore cattolico tra tutti gli operai. Col tempo però il gruppo prende una brutta piega, trasformandosi in un movimento politico. Il Papa allora ordina lo scioglimento del gruppo ricordando che politica e religione sono due cose diverse che non bisogna confondere. Il movimento allora si sottomette al Papa, dando esempio di obbedienza e fiducia verso di lui.

Tutte le sue qualità fanno aumentare attorno a lui una reputazione di santità. Molti si aspettano da lui miracoli e sono numerosi quelli che si attribuiscono a lui vivente. Un esempio è l’episodio del cardinal Herrera che, gravemente malato, ricevette una benedizione dal nuovo papa dopo il Conclave, e guarì non appena ricevette il contatto della sua mano. Altri episodi riguardano invece i bambini, uno riguardante una bambina cieca, che ricomincia a vedere quando il Papa, ripetendo lo stesso atto di Gesù, le bagna gli occhi con la saliva; un altro bambino invece, era paralitico e il papa lo fa alzare dolcemente e cominciano a camminare insieme.
Ai miracoli segue la vecchiaia, ormai il Papa è anziano e molto affaticato, ma conosce le circostanze di tutto il mondo e prevede una guerra sanguinosa. Infatti, il 2 agosto 1914 la guerra è dichiarata e il Papa chiede ai cattolici di pregare molto perché trionfi il Principe della Pace. Lui stesso si offre in sacrificio a Dio per risparmiare tante vite. Il Signore accetta la sua offerta e Pio X rende l’anima a Dio il 20 agosto 1914.

Al suo funerale accorrono moltissimi fedeli non per pregare per lui, ma per pregarlo. La sua tomba è conservata nelle grotte vaticane. Il numero di persone che chiede la sua beatificazione aumenta sempre di più e infine, nel 1951 viene proclamato beato da Pio XII e il 29 maggio 1954 santo dallo stesso Papa. 
 
FINE SECONDA E ULTIMA PARTE

(Elisabetta Tribbia)

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