SAN PIO X, ORA PRO NOBIS

L’arcivescovo si trasferisce a Venezia, dove è accolto con tanto entusiasmo. I suoi primi atti sono manifestazioni di deferenza verso Venezia e i suoi costruttori. Fa visita alle autorità, pur sapendo che la maggior parte gli è ostile, e ai membri del governo con grande delicatezza.
Come al solito, vuole conoscere i preti, per i quali istituisce conferenze scientifiche dove si possono perfezionare nelle conoscenze umane, veglia sull’insegnamento del catechismo, convoca i sinodi e riorganizza i seminari.

Il Cardinale trova che ci sia poca devozione verso l’Eucaristia, così chiede che il V congresso eucaristico nazionale italiano venga fatto a Venezia. È una festa stupenda, con gli abitanti sulle gondole nel Canal Grande e in testa c’è il Cardinale che tiene alto il Santissimo; oltre alle grandi feste, va anche a visitare i carcerati e distribuisce la Comunione ad alcuni di essi.
A Venezia viene chiamato il Cardinale dei poveri. La sua generosità è sempre grande, dà a tutti senza rimanere indifferente verso nessuno. Si preoccupa anche degli operai, le cui situazioni spesso erano miserevoli e li aiuta con tutto se stesso.

Oltretutto, sviluppa gruppi parrocchiali di uomini e giovani per la votazione dei veri cristiani, che ha una rilevanza importante anche verso i comuni, i quali reintrodurranno il catechismo nelle scuole.

ELEMENTI DI CATECHESI - 24: LA NASCITA DI GESU’ CRISTO

Dove nacque Gesù Cristo?
Gesù Cristo nacque a Betlemme in una stalla, e fu posto in una mangiatoia. 

I profeti avevano predetto che il Messia sarebbe stato di Nazareth. Michea, alcuni secoli prima, aveva precisato che il luogo di nascita sarebbe stato Betlemme, in Giudea: E tu Betlem, tu sei piccola tra le mille città di Giuda; ma da te uscirà Colui che deve essere il dominatore di Israele (5, 2). A Betlemme furono inviati i Magi da Erode, che si era informato con esattezza dai sacerdoti sul luogo e sul tempo in cui doveva nascere il promesso re e messia d’Israele. 

San Luca narra con precisione di particolari come il Verbo incarnato nacque a Betlemme e come fu posto in una mangiatoia, che Gli servì da culla.
In quei giorni uscì un editto di Cesare Augusto per il censimento di tutto l’impero... E tutti andarono a dare il loro nome, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe salì dalla Galilea, dalla città di Nazareth, alla città di Davide (Betlemme), per dare il suo nome insieme a Maria sua sposa, che era incinta. Or mentre essi si trovavano in quel luogo, giunse per Lei il momento del parto, e diede alla luce il suo figlio primogenito, Lo avvolse in fasce e Lo pose a giacere in una mangiatoia, perché non c’era posto per essi all’albergo (Lc, 1, 1-8).

La nascita di Gesù Cristo avvenne probabilmente nell’anno 748 dalla fondazione di Roma. Nel computo degli anni si conta come se il primo anno della vita di Cristo (anno I dell’era cristiana) corrispondesse al 753 di Roma, ma in questo calcolo vi è un errore di alcuni anni.

LUCE DELLE MONTAGNE

Questo >romanzo, capolavoro del padre Franz Weiser SJ, pur essendo breve, ricorda Dostoevsky per la sua narrativa appassionante, il suo realismo, la sua profondità psicologica, e la sua straordinaria potenza, sia emozionale che spirituale. La traduzione italiana è da raccomandare per il suo stile scorrevole, conciso, ed idiomatico, anche se tende ad abbreviare il testo ed a trascurare la raffinatezza e sottigliezza letterarie e poetiche dell’originale tedesco.

Il trattamento rigoroso fatto dall’autore, delle virtù giovanili e la luce con la quale ne illumina la bellezza, prestano al libro un grande valore ed una grande attualità per la nostra epoca, caratterizzata da una dissoluzione morale e da una perdita di Fede quasi universali, e da parte dei giovani in particolare. Per questo, la lettura del libro conviene altamente ai giovani di oggi, per ispirarli e per formarli a vivere da buoni cattolici in un ambiente sempre più ostile alla loro salvezza; ma conviene anche agli adulti per esaminare la propria condotta passata e per convertirsi, e, se sono sposati, per chiedersi quale modello rappresentino per i loro figli, e quale educazione gli forniscano. 

LA FESTA DELL'IMMACOLATA

Nel 1830 santa Catherine Labouré, novizia nel monastero parigino delle Figlie della Carità, fece coniare una medaglia (detta poi la Medaglia miracolosa) che riportava le seguenti parole, da lei viste durante un’apparizione della Vergine Maria: «O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi». Più volte santa Bernadette Soubirous chiese alla Signora della Grotta di Lourdes il suo nome, ma la Madonna sorrideva e non rispondeva, poi, il 25 marzo 1858 la Vergine Maria si rivelò in occitano, la lingua locale: «que sòi era inmaculada concepcion», ovvero «Io sono l’Immacolata Concezione».

Bernadette non comprendeva il significato di quelle parole, perciò ripeté fra sé questa frase per non dimenticarla e corse a dirla al suo parroco, il quale ne rimase profondamente turbato: quattro anni prima, l’8 dicembre 1854, con la bolla Ineffabilis Deus, il beato Pio IX aveva promulgato il dogma dell’Immacolata Concezione, secondo cui, sola fra tutti gli esseri umani, la Vergine Maria era stata concepita senza la macchia del peccato originale. A Lourdes la Madonna non disse soltanto, come in rue du Bac, che era stata concepita senza peccato, ma «Io sono l’Immacolata Concezione!». Come sempre è stato la proclamazione del dogma non ha introdotto una novità, ma ha semplicemente coronato una lunghissima e santa Tradizione. Già i Padri della Chiesa d’Oriente, nell’esaltare la Madre di Dio, avevano avuto espressioni che la cantavano libera dal peccato originale. L’avevano definita «intemerata», «incolpata», «bellezza dell’innocenza», «più pura degli Angeli», «giglio purissimo», «nube più splendida del sole, immacolata».